Le patologie della tiroide sono in continuo aumento

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a cura della Dott.ssa Valeria D’Alessandro.

Ed interessano persone di diversa età, dai giovanissimi agli anziani.

La tiroide per produrre gli ormoni tiroidei ha bisogno di un micro elemento che si chiama IODIO.  In assenza di tale micronutriente la ghiandola è impossibilitata a produrre ormoni. In passato in zone anche Italiane a forte carenza iodica si manifestava una condizione chiamata cretinismo causata dall’ipotiroidismo materno-fetale che determinava un’ alterazione dello sviluppo cerebrale dei neonati. Proprio in considerazione dell’importanza di una normale attività tiroidea il dosaggio del TSH fa parte dello screening neonatale a cui sono sottoposti i nuovi nati. Negli adulti la carenza di iodio causa la comparsa di gozzo e di altre malattie della tiroide.

Acqua e alimenti – che rischiano costanti contaminazioni ambientali – vanno protetti

Lo iodio è un elemento (come l’ossigeno, l’idrogeno, il calcio) diffuso nell’ambiente in diverse forme chimiche. Lo iodio presente nelle rocce e nel suolo, per azione delle piogge, è trasportato dalle acque superficiali nei mari e negli oceani. Lo iodio del mare evapora nella atmosfera e, con le piogge, ritorna sulla superficie terrestre. Lo iodio presente nel mare si accumula nelle alghe, nei pesci e nei crostacei, mentre quello presente nei terreni viene assorbito dalle piante. Ci sono vaste zone i cui terreni sono così poveri di iodio, quelli più lontani dal mare, dove senza un’integrazione si sviluppano i sintomi da carenza iodica.

Lo iodio può essere assimilato dall’acqua, assimilato con gli alimenti e introdotto con integratori.

Gli alimenti più ricchi di iodio sono i pesci di mare ed i crostacei.  In minor concentrazione lo iodio è contenuto anche nelle uova, nel latte e nella carne. Quantità minori sono presenti nei vegetali e nella frutta.

Sulla base di studi specifici è comunque risultato che la quantità media assunta normalmente con la dieta dalla popolazione è insufficiente a soddisfare il fabbisogno giornaliero di iodio.

Per tale motivo nel 2005 è stata approvata la legge n.55 del 21 marzo 2005“Disposizioni finalizzate alla prevenzione del gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica”, che prevede una serie di misure destinate a promuovere il consumo di sale arricchito di iodio su tutto il territorio nazionale.

La misura ritenuta più efficace è stata l’aggiunta di iodio al sale da cucina e la vendita di sale senza iodio solo dietro richiesta specifica del consumatore.

I consigli generali sono:

  1. Consumare almeno due volte alla settimana pesce
  2. Consumare cinque porzioni di frutta e verdura al giorno
  3. Consumare 1 uovo due volte alla settimana
  4. Consumare almeno due volte alla settimana lo yogurt con fermenti lattici vivi.
  5. Utilizzare sempre il sale, con moderazione, ma sempre e solo IODATO

Una buona notizia per chi soffre di tiroide: concedetevi un’aragosta o dei gamberi  per introdurre il selenio.

Il selenio, un altro micronutriente, è oggi considerato necessario al pari dello iodio per un corretto funzionamento della ghiandola tiroidea e serve per ridurre i fenomeni infiammatori tipici delle tiroidite (tirodititi e selenio). Purtroppo è contenuto solo in tracce nelle frutta e nella verdura.


la Dott.ssa Valeria D’Alessandro è a Perugia. Endocrinologa e Medico di Famiglia: chi volesse contattarla potrà trovare tutti i suoi dati a questo link

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